Capofila: Soleterre – Strategie di Pace ONLUS.
Paese: El Salvador.
Finanziatore: AICS (Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo).
Periodo: gennaio 2018 – dicembre 2020.
Area Tematica: educazione, scuola inclusiva, rafforzamento della società civile.
Partner locali: Ministerio de Educación (MINED) El Salvador, Colectivo de Mujeres y Hombres Emprendedores y Emprendedores Chalatecas y Chalatecos – COMHECH.
Partner italiani: EducAid, Università di Bologna/Dipartimento di Scienze dell’Educazione “Giovanni Maria Bertin”, Rete Italiana Disabilità e Sviluppo (RIDS).
Obiettivo generale: trasformare la popolazione e le istituzioni locali da “vittime” ad attori in grado di prevenire la violenza, adottando pratiche socio-educative e politiche comunitarie innovative e sostenibili che promuovano la sana convivenza e la risoluzione pacifica dei conflitti.
Obiettivo specifico: promuovere l’empowerment dei gruppi più vulnerabili grazie ad una migliore offerta educativa in grado di ridurre l’emarginazione sociale e promuovere nel medio-lungo periodo la condizione socio-economica delle famiglie, favorendo lo sviluppo locale.
Beneficiari diretti: 3.440 minori (7-15 anni) coinvolti in attività socio-educative innovative; 161 docenti/dirigenti scolastici di 10 scuole rafforzati nelle loro capacità didattiche e pedagogiche e di lavoro in rete; 250 genitori/tutori rafforzati nelle loro capacità educative; 130 tra funzionari pubblici, membri di OSC e referenti dei principali stakeholders sensibilizzati e coinvolti in attività di advocacy, scambio di buone pratiche e networking.
Beneficiari indiretti:2.000.000 di persone sensibilizzate grazie alle campagne di comunicazione; 65.900 membri delle comunità migliorano le loro condizioni socio-economiche.
Sintesi del progetto: Con 5278 omicidi nel 2016, El Salvador continua ad essere uno dei paesi più violenti al mondo. Oltre il 10% delle vittime è costituito da giovani e minori, il 95% dei quali ha tra i 12 e i 17 anni. Tale situazione è attribuibile alle “pandillas”, gruppi criminali che controllano interi territori e praticano forme di violenza sulla popolazione locale, ma anche ad una generale diffusione della violenza all’interno delle comunità e delle famiglie: nel 2016, 2250 minori hanno sofferto abusi sessuali, la polizia ha ricevuto 1583 denunce per violenza inter familiare, soprattutto da parte di bambine e giovani donne, mentre il 52% dei bambini tra 1 e 14 anni ha sperimentato qualche tipo di aggressione psicologica o castigo fisico. La violenza è ormai diventata la principale causa di migrazione interna e/o verso l’estero di interi gruppi familiari e di molti minori non accompagnati. Questa violenza generalizzata ha spinto circa 15.000 studenti ad abbandonare la scuola nel 2016. L’abbandono scolastico va anche attribuito all’alto tasso di gravidanze in età precoce, che è anche alla base dell’alto tasso di suicidi di bambine e ragazze, e al lavoro minorile al quale sono costretti molti giovani dalle proprie famiglie. Per far fronte a questa situazione, il progetto si propone di promuovere la sperimentazione e messa a sistema di un modello di educazione integrale basata su un approccio bottom-up, attraverso attività quali: il rafforzamento delle capacità di studenti, genitori, docenti e dirigenti scolastici; assistenza tecnica nelle scuole; percorsi formativi e scambio di buone pratiche per docenti e in tema di educazione inclusiva, diritti e valorizzazione delle differenze, metodologie alternative di risoluzione dei conflitti e giustizia riparativa; realizzazione di laboratori artistici e workshop con gli studenti e i genitori; ricerca-azione sulla situazione della violenza nei 4 Comuni coinvolti; riunioni congiunte tra istituti scolastici e istituzioni del territorio per lo sviluppo di approcci inclusivi verso la popolazione; supporto diretto ai minori in condizione di maggiore esclusione e vulnerabilità; analisi, elaborazione e sperimentazione di protocolli di attenzione specifici per i minori svantaggiati.
© Copyright 2020 ridsnetwork.org - Privacy Policy | Cookie Policy