Capofila: Cric.
Paese: Cisgiordania, Governatorati di Hebron e Betlemme.
Finanziatore: AICS – Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo.
Periodo: 2018.
Area tematica: Agricoltura, povertà, tutela del patrimonio storico e culturale, accessibilità.
Partner locali: Land Research Center, Mosaic Centre.
Partner italiani: CRIC, EducAid, Rete Italiana Disabilità e Sviluppo (RIDS) Onlus.
Obiettivo generale: Contribuire al miglioramento della condizione economica delle famiglie residenti nelle zone aride e semi/aride dei distretti di Hebron e Betlemme.
Obiettivo specifico: Sviluppare nelle aree target un sistema integrato di assetto e gestione del territorio che valorizzi l’agro-biodiversità e la compatibilità climatica che estenda l’area coltivabile, produca maggior reddito e riaffermi il diritto alla terra in aree a rischio di confisca; Promuovere la valorizzazione socio-economica del patrimonio culturale/paesaggistico dell’area per un turismo inclusivo, sostenibile e accessibile attraverso il supporto all’imprenditoria locale e preservando la memoria storica.
Beneficiari diretti: 200 famiglie di agricoltori/pastori (almeno 50 donne capofamiglia), 60 famiglie di persone con disabilità, 5 OBC (Organizzazioni su base comunitaria) /OPD (Organizzazioni di persone con disabilità).
Beneficiari indiretti: la popolazione delle aree urbane e rurali delle comunità target (51% donne – 49% uomini) per un totale di 16.000.
Sintesi di progetto: Nelle aree d’intervento (distretti di Betlemme e Hebron) i settori principali di produzione del reddito sono l’agricoltura e pastorizia (30-50%) e il mercato del lavoro israeliano (30-40%), dove i lavoratori hanno stipendi migliori ma spesso attraverso lavoro illegale. Con le nuove leggi sull’immigrazione in Israele, che hanno ostacolato il lavoro dei palestinesi, la disoccupazione nell’area ha raggiunto livelli maggiori al 35%. Le aree target hanno in comune la localizzazione dei loro terreni agricoli in area C per oltre il 70%, e in aree considerate aride/semiaride e soggette a desertificazione. Questo influisce negativamente sulla produttività, ridotta anche dalla mancanza di buone pratiche agricole (oltre 50% contadini usa semi che li lega al mercato israeliano con una minore produttività di quelle locali) e dalle confische delle terre incolte. Questi fattori colpiscono molto il reddito delle famiglie, in particolare quelle con componenti disabili.
Il progetto mira all’aumento e miglioramento della produttività agricola , del valore delle terre e delle rispettive produzioni, promuovendo la riduzione del rischio di confisca, attraverso: la costruzione di manufatti integrati nel paesaggio per diminuire l’erosione dei suoli ed aumentare l’area arabile e di pascolo; la costruzione di cisterne e di una strada agricola; la distribuzione di sementi locali selezionati, arbusti da pascolo, piante da frutto. Si vuole anche operare sulla capacity building e formazione di agricoltori e tecnici per la diffusione di buone pratiche agricole attraverso le “field farmers school”, e studiare le tipologie dei suoli per la determinazione delle migliori colture. Un risultato atteso è l’aumento della produzione del 120% delle aree coltivate, con conseguente aumento dei redditi pro-capite, e la diffusione di buone pratiche agricole nel 75% dei partecipanti. Per l’elaborazione dei piani locali di sviluppo, sono organizzati incontri con autorità locali.
I villaggi sono caratterizzati da un ricco patrimonio culturale, architettonico, paesaggistico non adeguatamente valorizzato. I siti archeologici presenti, che risalgono al periodo bizantino e crociato, sono in stato di abbandono. Per questo, in sinergia con il progetto nazionale “Masar Ibrahim”, sono previsti interventi architettonici e strutturali per favorire una fruizione turistica pienamente accessibile del patrimonio culturale/paesaggistico (siti archeologici, storici, musei, centri culturali), nonché l’attivazione di un circuito di turismo sostenibile ed inclusivo nell’area del progetto. Sono previsti interventi architettonici e strutturali per le abitazioni di persone con disabilità per creare strutture di accoglienza turistica accessibili e sostenibili, e anche la realizzazione di materiali accessibili facilitanti la comprensione del percorso turistico (es: cartelli informativi in braille e per ipovedenti, audioguide). E’ inoltre programmata la formazione per persone con disabilità sulle modalità di valorizzazione e tutela dei beni culturali e il supporto per la creazione di attività micro economiche legate al turismo sostenibile ed accessibile.
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